I modelli a puff sono conosciuti ed adottati in tutti il mondo da molti anni anche con finalità normative mentre i modelli a particelle presentano un approccio più nuovo ed hanno guadagnato credibilità crescente negli ultimi due decenni. La conoscenza degli aspetti che caratterizzano i due approcci permette di compiere scelte consapevoli nell’adozione di uno o dell’altro, in base ai contesti in cui si trova ad operare, prendendo in considerazione da una parte uno strumento di modellazione più avanzato, ma che richiede maggiori conoscenze e risorse, piuttosto che uno consolidato anche se meno accurato.
Nell’articolo “Comparison between Puff and Lagrangian Particle Dispersion Models at a Complex and Coastal Site”, appena pubblicato su Atmosphere, è presentato il confronto di un modello di dispersione a puff (CALPUFF) e uno lagrangiano a particelle (SPRAY) applicati in situazione reale costiera con terreno assai complesso. Un modello a particelle, grazie alla sua formulazione teorica più avanzata, si dimostra più adatto, tra l’altro, a riprodurre i fenomeni che influenzano l’impatto a lungo termine delle sorgenti puntuali elevate su terreno complesso non immediatamente vicino agli impianti e l’interazione di sorgenti al suolo con il terreno complesso (confinamenti, incanalamenti, “wind shear”); il confronto ha evidenziato che la classe dei modelli a puff presenta alcune debolezze non garantendo in molti casi il rispetto del criterio di “approssimazione per eccesso” richiesto da US-EPA per i modelli raccomandati per “regulatory purpose”.

Abstract: https://www.mdpi.com/2073-4433/13/4/508
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