Oggi abbiamo partecipato all’incontro “Verso un’aria più pulita: strategie per l’Italia”, organizzato a Milano dall’associazioni Cittadini per l’aria onlus, una bella occasione per comprendere al meglio come i nuovi standard previsti al 2030 in base alla nuova Direttiva (UE) 2024/2881 relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa avranno molteplici benefici per l’aria, la salute e il clima.
Si sono susseguiti diversi interventi, tra cui quello del Dott. Forastiere (CNR-IFT, Palermo – Visiting Professor, School of Public Health, Imperial College, London), che ha sottolineato il legame tra salute e inquinamento atmosferico, evidenziando, in particolare, gli effetti infiammatori e cancerogeni sulle vie respiratorie, con conseguenze a catena su altri organi. Questo collegamento è confermato dalle nuove Linee guida dell’OMS del 2021 e da numerosi studi scientifici, che mostrano una correlazione tra l’esposizione agli inquinanti e diverse patologie o tassi di mortalità, soprattutto tra le categorie più vulnerabili.
Lorenzo Casullo (Ricardo plc) ha presentato uno studio pilota, finanziato dall’ONG European Environmental Bureau, che verrà pubblicato a marzo 2025. Lo studio valuta la fattibilità del rispetto delle recenti normative sulla qualità dell’aria entro il 2030, considerando l’impatto cumulativo delle misure già proposte per i settori dei trasporti, dell’energia e dell’agricoltura, nonché i benefici attesi. Basandosi su scenari realistici, lo studio analizza misure concretamente attuabili, sia in modo parziale che cumulativo, con effetti variabili sulla qualità dell’aria e sull’economia. Proprio quest’ultimo aspetto ha aperto il dibattito sulla necessità di sbloccare investimenti per l’attuazione delle misure, puntando a un bilancio economico positivo che includa anche i costi indiretti legati all’inquinamento su salute, ambiente e clima.
Fabio Romeo (MASE) si è soffermato sulle azioni adottate a livello nazionale, partendo dalla procedura di infrazione avviata dall’Unione Europea contro l’Italia fino ad arrivare al Piano Nazionale sulla Qualità dell’Aria, di prossima pubblicazione su impulso delle Regioni. Il Piano si concentra principalmente sul settore della mobilità, con particolare attenzione agli ambiti urbani e alle specifiche esigenze territoriali. Inoltre, punta a rafforzare la sensibilizzazione dell’opinione pubblica attraverso una campagna informativa di grande portata, volta a evidenziare gli effetti dell’inquinamento derivante dalla combustione di biomassa e dall’uso di fertilizzanti azotati in agricoltura.
Gianluca Gurrieri (Unità Organizzativa Clima, emissioni e agenti fisici Regione Lombardia) nel suo intervento intitolato “Il percorso di pianificazione per il miglioramento della qualità dell’aria in Lombardia”, ha illustrato il quadro normativo di riferimento e le sfide della nuova pianificazione. In particolare, ha sottolineato la necessità di un approccio multilivello alla governance e il coinvolgimento di tutti gli attori chiave per garantire l’efficace attuazione delle misure previste.
Le presentazioni hanno dato vita a un dibattito costruttivo, coinvolgendo Istituzioni, scienziati, tecnici e cittadini. L’incontro ha messo in luce la complessità delle problematiche legate alla qualità dell’aria e i limiti di fattibilità delle soluzioni proposte, soprattutto in relazione agli sforzi richiesti e agli impatti nelle aree più svantaggiate d’Europa, caratterizzate da criticità morfologiche e antropiche.
Si sono susseguiti diversi interventi, tra cui quello del Dott. Forastiere (CNR-IFT, Palermo – Visiting Professor, School of Public Health, Imperial College, London), che ha sottolineato il legame tra salute e inquinamento atmosferico, evidenziando, in particolare, gli effetti infiammatori e cancerogeni sulle vie respiratorie, con conseguenze a catena su altri organi. Questo collegamento è confermato dalle nuove Linee guida dell’OMS del 2021 e da numerosi studi scientifici, che mostrano una correlazione tra l’esposizione agli inquinanti e diverse patologie o tassi di mortalità, soprattutto tra le categorie più vulnerabili.
Lorenzo Casullo (Ricardo plc) ha presentato uno studio pilota, finanziato dall’ONG European Environmental Bureau, che verrà pubblicato a marzo 2025. Lo studio valuta la fattibilità del rispetto delle recenti normative sulla qualità dell’aria entro il 2030, considerando l’impatto cumulativo delle misure già proposte per i settori dei trasporti, dell’energia e dell’agricoltura, nonché i benefici attesi. Basandosi su scenari realistici, lo studio analizza misure concretamente attuabili, sia in modo parziale che cumulativo, con effetti variabili sulla qualità dell’aria e sull’economia. Proprio quest’ultimo aspetto ha aperto il dibattito sulla necessità di sbloccare investimenti per l’attuazione delle misure, puntando a un bilancio economico positivo che includa anche i costi indiretti legati all’inquinamento su salute, ambiente e clima.
Fabio Romeo (MASE) si è soffermato sulle azioni adottate a livello nazionale, partendo dalla procedura di infrazione avviata dall’Unione Europea contro l’Italia fino ad arrivare al Piano Nazionale sulla Qualità dell’Aria, di prossima pubblicazione su impulso delle Regioni. Il Piano si concentra principalmente sul settore della mobilità, con particolare attenzione agli ambiti urbani e alle specifiche esigenze territoriali. Inoltre, punta a rafforzare la sensibilizzazione dell’opinione pubblica attraverso una campagna informativa di grande portata, volta a evidenziare gli effetti dell’inquinamento derivante dalla combustione di biomassa e dall’uso di fertilizzanti azotati in agricoltura.
Gianluca Gurrieri (Unità Organizzativa Clima, emissioni e agenti fisici Regione Lombardia) nel suo intervento intitolato “Il percorso di pianificazione per il miglioramento della qualità dell’aria in Lombardia”, ha illustrato il quadro normativo di riferimento e le sfide della nuova pianificazione. In particolare, ha sottolineato la necessità di un approccio multilivello alla governance e il coinvolgimento di tutti gli attori chiave per garantire l’efficace attuazione delle misure previste.
Le presentazioni hanno dato vita a un dibattito costruttivo, coinvolgendo Istituzioni, scienziati, tecnici e cittadini. L’incontro ha messo in luce la complessità delle problematiche legate alla qualità dell’aria e i limiti di fattibilità delle soluzioni proposte, soprattutto in relazione agli sforzi richiesti e agli impatti nelle aree più svantaggiate d’Europa, caratterizzate da criticità morfologiche e antropiche.